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giovedì 30 luglio 2015

ONDE









Onde di un mare in tempesta
hanno gettato lacrime di sale alla mia finestra
e questa mattina le mie labbra
portavano il sapore salmastro della salsedine..


..la notte è trascorsa insonne
sulla scia di un'impaziente desiderio 
che vagabondava col passo incerto di un ubriaco
tra le gelide strade spazzate dal vento..


..le distanze sono chilometri di sogno
e la nostra fragile forza è l’anima con cui ci rincorriamo
tra le dune di un deserto infuocato..


..siamo naufraghi di un Oceano senza spazio,
cuori che riposano stanchezza e passione
sulla Spiaggia della stessa solitudine..


Orme che seguono le stesse orme…


..siamo la zattera che si è arenata nella quiete
di una immobile insenatura senza risacca..


..senza remi per non dover andare,
senza parole per non dover ascoltare,

senza silenzi per non dover pensare
 senza strade per non desiderare dinuovo di fuggire..

..per favore non cercare di comprendere le mie paure..


..non tentare di sapere ciò che ti potrebbe spaventare..



Le campane dellaChiesa battono
i rintocchi di un intervallo senza tempo
ed i minuti si perdono tra i passi di viandanti ansiosi.


Qualcuno sta rincorrendo a perdifiato unsogno che,
improvvisamente sta sgattaiolando via lontano.


Ogni viaggio porta l'incognita di undestino
e lungo la strada si rischia di perdere sempre
qualche frammento del nostro cuore.. magari
abbandonato in qualche angolo del Mondo,
lanciato al buio angosciante di un'interminabile galleria,
o scivolato sui binari di una stazione morta da sempre.


Qualcuno distrattamente, nella suacorsa, 
calpesta un piccolo foglio spiegazzato
facendolo rotolare lontano dagli occhi distratti.


Era caduto da una piccola mano che,inutilmente
aveva cercato, nella furia di un tempo senza pietà, 
di afferrare per l'ultima volta un'altra mano…
sperando invano di poterla raggiungere
prima che il buio la inghiottisse per sempre….


" Fa che il tuo cuore nondimentichi"….


solo questo c'era scritto, poche parole
scritte da una grafia semplice e frettolosa,
inchiostro colato sotto due lacrime disperate.


Solo un attimo per un saluto gridato,
per un abbraccio mancato…


Poi solo il volto inghiottito trabraccia al vento.

Lontano da tuttoquesto, 
sul muretto vicino ad una Chiesa
una ragazza ha scelto a chi donare
la sua prima incerta carezza d'amore.


I suoi capelli profumano di fruttaacerba
e le sue dita tengono delicatamente un fiore.


E mentre un tramonto dai contorni difuoco
scende portando il silenzio sulla piazza,
i profili dei loro volti si avvicinano timidamente.


Il fiore scivola dalle dita e le labbrasi muovono
quasi in un sussurro impercettibile :
" Fa che il tuo cuore non dimentichi"…
Fa che il tuo cuore non dimentichi….
perché sotto quelle poche parole scritte
per sempre resterà inciso un nome..

..il tuo

SALE LA LUNA








Boschi freddi e scuri,

in questo giorno che muore
E, nello spirare lento del vento,
in un turbinio di foglie,
il ricordo vola a te.

Sale la luna, sale,
solitaria falce, 
da terre sconosciute 
a percorrere 
l’eterno suo sentiero.
Come tenera amante,
abbraccia bosco e stagno,
e lago e fiume,
di lievi, pallidi raggi.

Notte fonda e complice,
leggere folate di brezza
battono alla finestra,
e ti disegnano
come io ti voglio.
E mi perdo 
abbracciato al tuo fantasma

Alla luce della lampada 
mi appari e sorridi 
ed io 
bacio le mani e i capelli tuoi
sussurrando il tuo nome.

STRANIERO


I miei versi hanno rovistato in solai impolverati alla frenetica ricerca di qualcuno o qualcosa difficile da definire o che sfugge. Vivo i tempi morti come posso. La mia dimora è la panchina, metafora di una solitudine cercata, amata e saggia.
è avvolto di buio e nel bosco abita il vasto silenzio. All'aurora tutto questo paesaggio solitario svanirà. Il primo pastore attraversa bui sentieri. Un animale esce dalle arcate degli alberi. Bello fluisce il verde fiume, nubi sempre più scure s'intravedono nella notte, la luna gioca con loro.
Io sono ciò che ho: nulla. Essere amorfo sdraiato in un lago di pietra. Pazzo ma felice di distinguere ancora i colori.
Vivo in un mondo tutto mio fantastico. Non ricordo perchè scrivo o forse non l'ho mai saputo. E' la mano anchilosata che prende a fatica la penna.
Invoco spesso una disperata preghiera" Esci da me angelo nero, lasciami in pace! Non farmi più ingurgitare miele amaro, dimentica il mio nome!"

Ho lasciato lungo la via, rimpianti, veleni, dicerie, cattiverie e ipocrisie. Cervelli trasformati in pappe per gatti. Tetti di foglie per dimora, sempre inseguendo la buia figura del freddo. Ma ogni giorno che passa la mia felicità aumenta: godo invece di deprimermi. Sono come a mezza via tra l'abisso e il mare. Il fiume è il mio porto sicuro.
Passerà non molto tempo e forse riuscirò a respirare a pieni polmoni, quando gli effetti di quella malefica zavorra saranno annullati.

Occorre soffrire molto per godere un po', ingoiare rospi velenosi per riacquistare l'appetito. Lavande gastriche spirituali per poter di nuovo digerire. Sputare sangue avvelenato per immettere puro ossigeno. Ho rischiato cancrene all'anima ma ho evitato amputazioni e ho nuovi anticorpi.
Ma mi sento straniero.




RUGHE

Forti
della loro età
resistono
alle intemperie.
Sono medaglie al valore
scavate a fondo nella pelle.
Danno una effimera immagine
di uomo forte
Nei loro solchi
scorrono le immagini
di un bellissimo film.

martedì 28 luglio 2015

POETA DI STRADA



Scavai nella roccia

per abbeverarmi.
Credetti così di placare
la mia passione,
ma rimasi imprigionato
in quelle pietre.
Avrei rivisto la luce?
Non sono un uomo
ma un animale da circo.
Ballo su un tamburo
e canto di tramontate stelle.
Lacrime calde scendono
sotto occhi obbligati a sorridere.
Sono artefice di tardive poesie
che non dicono nemmeno la metà
di quel che potrebbero.
Cerco rifugio
in grembo al tempo,
giorno dopo giorno
aspettando invano
l'ora promessa.
Mi cingeranno il capo 
di una corona d'erba matta,
subdolo premio
del grande circo.
La mia poesia rimarrà prigioniera
e fossilizzata in quelle rocce,
dove a suo tempo 
mi abbeverai e trovai effimero sollievo.

lunedì 27 luglio 2015

LE CURVE DELLA VITA


Quante curve ha la vita! Tante, forse troppe. Ti costringono quasi a fermarti e riflettere.
Se le affronti senza rallentare rischi di andare a sbattere e ti ritrovi nel fosso, quando va bene; o nell'abisso.
Troppe parole non hanno più molto senso. Sarebbe il momento del "fare". 
Nei momenti belli si parla molto di fiori. Ma cosa sono i fiori? Spesso sono alibi che contornano un nostro modo di pensare...Sì, sono d'accordo che con i fiori si ama, si gratifica. Io credo che il fiore vada amato interiormente per la sua bellezza ma per...noi.
Mi sono imposto molto silenzio, dopo un assordante periodo agitato. Tutti agivano, tutti urlavano, tutti offendevano, tutti incolpavano...poi di colpo...tutti svaniti, fuggiti...E' rimasto un silenzio greve, con odori sgradevoli e miasmi incredibili.
Il silenzio, merce pregiata di questi tempi. Ma finchè ammirerò brillare il sole sulle foglie e sentirò la fresca brezza fra i capelli non chiederò altro. Mai più.
Troppe insulse parole, troppi concetti inutili o troppo...interessati, troppe frasi al vento, fuggite senza neanche lasciare una minima impronta nel cuore. Inutili speranze. Aspettative tradite con un sufficienza da far inorridire.
Si gioca d'azzardo con i sentimenti altrui con un cinismo d'altri tempi, quasi romantico.
Saggio è colui che poco o nulla cerca. Rischia di scoprire abissi in tutto e troppi dubbi in se stesso.
Afferro il teschio del mio destino. M'interrogo perchè viviamo. E in una notte straniera riprenderò il mio cammino.
Da morti morremo ancora.
La nave intanto lascia il porto.
Mi raccomando che il violino pazzo suoni piano. Appena un filo di note, perchè la malinconia fa male alla pelle.
Ho il sangue malato, e me lo sto sudando tutto. Ne è rimasta una goccia, una sola goccia che gocciola. La sento scorrere lentamente dentro.
Succede che vorrei prendermi per i capelli e arruffarli tutti in un impeto folle. Ho il collo scuro e gli occhi castani.
Una mente in perenne tumulto. Come i ghiacciai ma...calda...calda che brucia le unghie.
Capita di vedere immagini. Mi prende un blocco qui allo stomaco, e una vertigine, come se migliaia di farfalle in sincronia volassero dentro di me e mi viene il solletico e viene anche da ridere e non so perchè.
Allora m'imbarazzo, divento rosso! Ho paura che lei le farfalle me le possa vedere dentro...Abbasso gli occhi e vado via perchè ho vergogna a mostrarmi così esposto e fragile.
Capire cosa?
Ma io ....di cosa ho bisogno?
Sinceramente non lo so.
" Un deserto immenso di solitudine,
un mare infinito di lacrime,
un albero carico di ricordi,
una triste realtà che
non si può cancellare
se una mano amica
non ti viene tesa.

sabato 25 luglio 2015

CALDA NOTTE





Notte calda,
uccelli notturni si amano,
richiami festosi di cani,
in lontananza
un ubriaco canta alla luna.
Il nottambulo
va veloce verso casa,
deluso delle perdute ore.
Amanti si concedono
un frettoloso bacio
nell'oscuro sentiero.
La vita si prende una pausa
dopo un'intensa giornata.
Ed io, fragile stelo di grano
attendo l'alba
e godo di questi scenari.
Come il sale integra amarezze
domani nel sole,
così dalla terra fioriranno
feconde tristezze.
M'è dolce la notte
con le sue fantasie,
i suoi colori,
le sue stranezze
di furba donna.
Parlo con lei e con lei
risalgo il fiume dei ricordi.
Ancora una volta aspetto,
ancora spero.

venerdì 24 luglio 2015

SGUARDO DI DONNA.



Amo gli sguardi di donna,
a volte folli o fantasiosi.
Da corteggiare leggermente,
da esplorare.
Sguardi che indeboliscono il cuore,
pieni di affascinante luce,
allegrie, sospiri,
pene e sofferenze.
Queste sensazioni
sembrano fuggite
o forse è il mio cuore
si è raffreddato
ed è in attesa
che occhi infiammati
lo accendano.
No...no! 
Non si cancelleranno mai
queste sensazioni!
Il potere della granitica saggezza
nulla potrà
contro un profondo sguardo.
E' molto più debole!

giovedì 23 luglio 2015

NOTTE FONDA TRA I FILARI DI VITE.






Non chiedermi di più, se ho colto della vita l'altro aspetto; quello che ancora tendi a trascurare e io vorrei gridare. E vorrei che il mio grido perforasse l'opaca, spessa, ruvida corazza di silenzio con la quale tengo a bada il non senso di una esistenza inutile, affogandomi nell'indiavolato baccano di parole, nell'alternarsi di lucciole e lanterne al solo scopo di occultare il deserto in cui mi muovo dal mio presente muto a un passato che ha inaridito amori, creatività estinte ai primi albori, ricordi che non sanno più accordarsi a questa solitudine sventrata, dove solo l'identico nell'immobilità senza espressione coglie la vera faccia della verità, l'insignificanza dell'esistenza umana.
Non è disperazione, l'anima non è più solcata dalle vane incrostazioni della speranza e le vuote parole. Le parole di tutti, le parole che insistono, promettono, le parole che vogliono guarirmi a tutti i costi languono. 
Insensato rumore uguale a quello che accumuli ogni giorno per imbavagliare una verità che il mio silenzio ti urla con tutte le sue forze ogni minuto.
Non ti resta che muoverti qui attorno, ma non portarti nulla. Nè il volto che smentisce la parola, nè il silenzio che smaschera finzione e inconsistenza.
Ti sembro rigido, pietrificato ma sulla schiena della verità su tutto il suo dolore non esiste il doppio gioco di discorsi fatui che disinvolti danzano sopra l'insensatezza della vita, per indicare un senso, un'oasi laggiù sopra i confini del deserto.  Io so che quel confine, come l'orizzonte giace sempre al di là di ciò che appare. Non c'è felicità nella sequenza dei giorni. Il sole muore per risorgere nel cerchio perfetto che il ritorno disegna, naufragando il progetto levato per un giorno a reperire un senso nella vita.
L'invisibile armonia del cerchio che ripete se stesso mortifica ogni chiassosa irruzione, ogni ancestrale istinto e smaschera la progettualità fine a se stessa, addotta a seppellire disperazione, stolto desiderio che la fine si traduca in un fine.
Non chiedo nulla più che aria da respirare per diffondere dal dorso scosceso del cammino il silenzio assoluto, la purissima e semplice depressa verità che seppellisci ogni giorno nei tuoi percorsi umani con la mano sinistra pilotata ma che ora percepisci finalmente tra gli spazi dimenticati aperti dagli antidepressivi, sentinelle alle porte di un silenzio aperto sulla fuga dal mio sguardo di pietra, dal mio atto d'accusa alla morte che avrai imposto al tuo cuore.


Gianni Tessitore di Vento.

mercoledì 22 luglio 2015

CAOS




Orchidee appassite.

Steli recisi, bellezze sfigurate.
Vendetta della Natura.
Ora dice basta,
dopo aver resistito per secoli.
Non serve implorare perdono.
Le giustificazioni si perdono
nell'aria greve e contaminata.
Le gole non respirano,
non vi è ricambio.
I cancri aumentano,
le impotenze non si contano.
Quel poco d'amore svanisce.

Si tenta ancora

di trarre profitto
dal caos irresponsabile.
Si sta perdendo tutto.
I valori si dissolvono:
decadenza.
Rimangono frammenti d'anima.
Vorrei conoscere
per l'ultima volta
dove si perde il vento,
in quali antri è andato a morire.
Mi chinerò pregando
in suo nome.
In suo nome
cancellerò le strade.

NONOSTANTE TUTTO.





Le dissi:
- Non vivi neppure una volta se non sai lasciarti andare perchè ogni incontro è un caso -
Bisogna inventare provando a riconoscersi sotto gli strati di pelle. E' fortuna da provare e non da buttare. E' un cioccolatino da farsi sciogliere in bocca. E' vedere con gli occhi chiusi. E' pelle da indovinare tra le dita. E' un incrocio dove qualcuno ha rubato i cartelli.
Sono idee in testa e un libro ancora da leggere. E' studiare per comprendersi. Non è matematica ma lingue da imparare. E' geografia epidermica da ripassare a quattro mani. E' ginnastica da fare, chimica da sperimentare. E' religione per provare a crederci.
Le dissi che le volevo bene ma a lei non bastò. Così anche quella volta mi chiese " quanto". Allora nel controluce di quella notte, dopo l'amore, descrissi silenzioso un impercettibile filo come di ragnatela da un suo seno all'altro e le sussurrai: da qui a qui.
La linea del "nonostante tutto" è una linea che viaggia in bilico tra pazzia e incoscienza, ma che ha ancora un appiglio reale anche se quasi invisibile. L'euforia del "nonostante tutto" mi fa svegliare felice sebbene ultimamente siano state giornate strane.
L'euforia potrebbe apparire poco sensata. Eppure c'è perchè nonostante tutto qualcuno ti sorride ed è un sorriso che invade. Qualcuno ti regala un abbraccio e quell'abbraccio ti cura meglio di ogni medicina... " nonostante tutto ".
Per effetto di terribili giorni trascorsi in ospedale rimuginando sulla precarietà di una vita appesa a un sottile filo di imponderabilità, senza dolori fisici ma tanti interiori iniziai a togliere le doppie punte ai pensieri che facevano fatica ad ingranare. Già pensavo a quella figura quando ancora non avevo idea chi fosse e per quale strano amore vivesse. Quale fosse la natura del mio tormento che colorava le notti in bianco.
Mi prese l'angoscia del cadere delle foglie immerso in quelle luci bluastre della corsia. Me la immaginavo e le dissi ciao.
Non sapevo chi era e da dove arrivava. E nel mio delirio della malattia sentivo che quella eterna primavera in cui avevo sempre vissuto stava morendo.
Fiutai quel senso di provvisorietà, bramai ancora più dolore, ho calzato movimenti già predisposti. Schioccai la lingua alla ricerca del flebile bacio.
Andammo controvento, leggeri passi. Sognai di volare insieme con la consapevolezza che tanto era ancora da fare "nonostante tuttto.
Tessitore di vento (Gianni)

OCCHI AZZURRI







Angelo dagli occhi azzurri
e i lenti gesti, guardi le
tue mani poi le mie.
Chi ti ha inviato a me?

Messaggero di poesia?
Portatore di pace? Forse.
Sei indeciso se entrare,
ma sei già visibile.
Ma non oltrepassi la porta.
Innominabili peccati ti frenano?
Oltrepassa la soglia e spiega.
Non restarmi lontano.
Cosa aspetti sull'uscio 
della mia casa?
E' l'alba, e sono solo.
Cosa cerchi nel buio della stanza?
Sono solo e ho rivoltato gli specchi.
Entra e rifocillati.
La tua voce esce umile e incerta.
Povero mio ingenuo angelo!
Tutto quaggiù è vano...abbiamo
maschere ma l'egoismo umano
affiore sempre.
Sorridimi e non ti fermerò.
Angelo biondo, la casa 
dell'anima è bruciata.
Ora l'incendio è consumato.
Si è chiuso il cerchio, cessata è l'ansia.
Lasciami nelle stanze almeno 
il profumo del tuo amore.

A TE CHE AMI IL MARE










Davanti al mare non si ha più bisogno di nulla.
Gli occhi si fissano sulle increspature, ci si esalta per uno scintillio. Si perde un'onda ma subito si viene recuperati da un'altra. Si sprofonda nell'azzurro e ci si smarrisce all'orizzonte. 
Si naviga verso lidi sconosciuti e si gioca con le parole. Fili di odori giungono forti alle narici. Profumi di pelli cosparse di creme solari che stimolano il desiderio.
Colori, massima espressione di cromaticità di luoghi particolari. Tutto condito dall'effetto psicologico che ne scaturisce.
Non ci si stanca di guardare. Gli occhi cercano tutto. Lo sguardo spazia all'infinito e una commozione nasce dal cuore. Quasi spunta una lacrima.
Momenti fulgidi che trasmettono emozioni di passati amori. Occhi sospesi su storie di amori giovanili....amori già perduti
Parole dette sotto un cielo stellato, dentro piccole e grandi storie che sono già dietro di noi, che siamo già a "un poteva essere".
E' un viaggio nel cuore. Giornata costellata di no, di nostalgie. Ascolto il canto dei grilli.
A sera le stelle formano costellazioni. Tutti dormono, russa la tv rimasta accesa: sognano i lampioni, tacciono gli alberi.
Morfeo mi rapisce e sogno pecore che fuggono via da me e vanno a cercare amore e libertà. E cantano.
Poi rivedo il mare.
Una figura avanza verso di me. Immersa nella luce che la fa sembrare vestita di bianco. Vorrei vedere le mani, ma sono chiuse stese sui fianchi.
S'inclina leggermente verso il mio viso. Tento di posarle il capo sulla spalla, di farle cingere la mia vita e di farle dire" Tranquillo va tutto bene!"
Il sogno svanisce e rimango solo. Vivida rimane l'immagine di un luogo magnifico, quel deserto dei tuoi seni. Quell'indimenticabile tramonto di donna incantevole e pazza come un'autostrada, sola come una dolce poesia!