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giovedì 18 febbraio 2016

SE FOSSI...





 
Se fossi un santo
oserei di più.
Sarei prete
elargirei bene e carità.
Se fossi un cane
vagherei per paesi e città
bastonato ed affamato.
Se fossi ladro
cercherei ricchezze
e poi incarcerato.
Se fossi uomo
salverei la mia dignità.
Se fossi pianta
sarei delicata e di vita.
Se fossi nato morto
non mi ricorderebbe nessuno.
Forse solo la donna
che non fece in tempo
a darmi nome.
Ma il tempo
avrebbe gettato
il ricordo nell’oblio.
velocemente e senza scrupoli.
Ho rubato amore
e me lo hanno sottratto
subito dopo.
Ma insomma: cosa sono?

giovedì 11 febbraio 2016

NELLA VOCE DEL SILENZIO








Nella voce del silenzio
Sopravvivo.
Emozioni e ricordi
Incalzano.
La porta è sbarrata
Nessuna pace è consentita.
Castello d'illusioni
tramutato in pene.
Pallidi raggi di sole
Più non riscaldano.
Un inno pagano
Si diffonde sul fiume
Ti odio quanto t'amo
pazza di cui vado pazzo.

PAESAGGIO BIANCO









Sui sentieri
la neve cricchiava
sotto i pesanti passi.
Ornate da una barba di ghiaccio
fronde ricurve formavano un’arcata.
Scrollava gli alberi il vento
Traffico di volpi furtive 
nei cortili e nei vicoli 
s’aggiravano e bisbigliavano
torme di cani bastardi
Stelle galleggiavano lente in cielo
La neve caduta
era ancora attaccata a cavi d’acciaio
Tutto era immobile e sospeso
momento solenne
in attesa di un evento.

VITA NO…VITA SI’









Indistinti rumori
Flebili voci lontane
Silenzio opprimente
Lento divenire delle cose
Pensieri arditi
Vascelli ritrovano la rotta
Pellegrini giungono al santuarioo
Viandanti ansiosi
Scorgono il paese
Superficiali vite
Plagiate dal nulla
Ritrovano sentieri
Strade orizzonti
Ritorna l’amore
Passando dove tutto è distrutto
E ricostruisce
Serpi velenose
Cacciate dalle pianure
Si aggirano ancora nelle tane
Equilibrio ripristinato
Ma la mente non è più in simbiosi.

AMNESIA NOTTURNA







Il buio silente in noi
non suscita luce.
Penetra in affrante viscere.
Tremano templi ideologici.
Fasci di raggi sfumano.
La parola nulla più esprime.
L'amnesia ha invaso la notte.
E la sua mano 
non ha bussato alla porta.
Sentieri ombrosi
non esistono più.
L'universo ormeggiato
nel lago dei respiri
è svanito.
Il tempo trascorre ancora
tra rotte finestre.
Passi sconosciuti.
Tracce dei loro resti
dentro vocabolari 
di carte morte
decidono i destini.

MI SENTO LUNA








Un vestito ritrovato
la fragranza,
il sapore di un frutto vivo
così pieno
di tutti i suoi ieri
vive ancora in me.
Cancellare tutte le velature
di quella nuvolaglia di passaggio
che mi oscura.
Mi rende più chiaro, trasparente
e come la luna sono protagonista
delle ore che vivo,
congetturando freneticamente
su palpiti ormai sopiti
e su favole interrotte
senza lieto fine.

NON SI CAPISCE...








Difficile è capire
chi ride per sè
piange per sè
si crogiola per sè
I concetti sfumano
i confini si chiudono
scettici a nuovi respiri
Cose prese a caso.
Se ti incontro qui
dietro l'angolo
prendiamo a masticarci
mescoliamo umori e sapori
Solo intuiti.
Ma cosa è l'intuito?

RINCORRO UN’OMBRA








Ombra irragiungibile
Il mio rincorrerti
Ha bruciato fiato e forza.
Amanti di un coraggioso pensiero
Di attimi di emozioni
Ormai opachi ricordi.
Amanti di sensazioni di luoghi
In cui ci ritrovammo
E dove fermammo il tempo.
Anime in fuga
Amammo i nostri occhi 
Nello sguardo estatico di un amplesso.
Occhi di pianto di gioia di gratitudine.
Cercarsi per essere amanti
Le nostre ombre hanno amato come meteore
Attimo dopo attimo.
Siamo stati brevemente
ma intensamente amanti.

A VOLTE...








A volte 
la fanciullezza riemerge.
Riemergono gli spazi dei gesti
cicatrici da accarezzare
alcune ancora da curare.
Non guardarmi strano o mio cuore!
se sto rannicchiato in me
non t'accorgi che soffro?

DELICATEZZE







Qualcuno parlò
Volevo capire
Bevvi rugiada
Mi nascosi in una rosa
attecchii su ostili pietraie
L’acqua di fonte mi dissetò
Il pane degli angeli mi nutrì
Guardiamoci parliamoci
Superiamo il muro 
e...prendiamoci.

CON IL BRACCIO PIEGATO A FAR DA CUSCINO






Con il braccio piegato
sognavo catene assolate
e cime innevate.
La pioggia fertilizzava
le verdi gole dei monti
cadevano fiori
che riempivano le pozze.
Il vento sfoltiva le chiome dei pini
stimolava al canto gli uccelli
posati fra i rami.
I sentimenti del poeta
erano come fili fluttuanti
che uno dopo l’altro 
andavano a formare una ragnatela.