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lunedì 5 settembre 2016

LA FAVOLA DEI GABBIANI INNAMORATI.







FAVOLA DEI GABBIANI INNAMORATI


La gabbiana si chiamava Yinny e stazionava principalmente su un vecchio barcone ormeggiato lungo un grande fiume. Da lì spaziava l'orizzonte, le acque limacciose. Era solitaria e sognava sempre che prima o poi avrebbe incontrato il gabbiano della sua vita. Volava in alto nel cielo e s'immaginava di arrivare alla luna, alle stelle; poi giù in picchiata verso terra, voli radenti la portavano al cibo e ad osservare i fondali del fiume. Spesso arrivava al mare e allora i voli diventavano impegnativi ma meravigliosi. Volava verso il sole per carpire ogni raggio di calore e tanta energia. Un grande bisogno di amare la pervadeva e i sogni diventavano sempre più profondi e complessi.
Un giorno, mentre era intenta a farsi bella, improvvisi battiti d'ali preannunciavano un arrivo di qualcuno. Si sentì chiamare e a fianco a lei apparve un gabbiano imponente ma dolente e affaticato dopo un lungo viaggio.
"Ciao Yinny, sono Alin, è parecchio che ti cerco nelle vastità del mondo. Poi un richiamo, forse il tuo, mi ha fatto avvicinare al barcone e ti ho intravista! Ti avevo trovata!". Yinny frastornata e commossa lo abbracciò.....Spiccarono un gran volo compiendo meravigliose evoluzioni.
La loro vita iniziò a trascorrere felice. Yinny ringraziava il cielo per aver esaudito le sue richieste, Alin era contento per aver avuto la costanza di cercarla.
Passò del tempo; i giorni trascorrevano lenti. Decisero di andare ad abitare un'isola abbandonata che Alin aveva intravisto nei suoi pellegrinaggi.
Partirono per questo lunghissimo viaggio ma purtroppo a causa di una violenta tempesta Alin perse le tracce di Yinny e non la ritrovò più.
Disperato ritornò al barcone ma rimase solo.
Ripartì per andare alla ricerca di un luogo sperduto e finire così i suoi giorni. Lo trovò ma quando atterrò sulla spiaggia un colpo di fucile lo fece ruzzolare tra gli scogli. Ferito a morte implorò il nome del suo grande amore a lungo..le forze vennero meno....la sua vista s'annebbiò...Il corpo si girò verso il mare...un'ultima disperata occhiata e sparì fra le onde.
Ancora oggi le voci dicono che nelle giornate tiepide di sole, s'intravedono due gabbiani solitari che fanno l'amore e poi d'incanto spariscono.
IL GRIDO DI YINNY
Alin....Alin...
E' da parecchio che volo
disperata a cerchi
concentrici e il mio richiamo
si fa sempre più flebile.
L'isola è deserta. Non vi è
traccia di vita, se non un
resto di fuoco ormai ricoperto
di salsedine.
Sono spariti anche i miei amici
storni, migrati in lidi più
accoglienti.
Volo sola. Alin è stato ferito e
forse morto.
Il mio andare non è più elegante,
l'ansia mi ha preso le forze.
Il mantello di piume è macchiato di
fango causa le violente virate
a riva.
Alin...Alin...
Devo rassegnarmi a non più
vederlo?
Io e lui non esistiamo più?
Assolutamente no...non mi rassegno.
Lo troverò e staremo ancora
insieme.
Voleremo superbi, veloci ed
eleganti come solo noi sappiamo
fare.
Sapremo nell'energia che ci muove,
nel respiro delle nuove stelle, la
nostra essenza.
E metre il cuore si strazia a certi
pensieri, una violenta virata mi
ri porta in linea.
Il mio richiamo mesto e struggente
si propaga tra il fragore delle onde
dell'infinito mare....
E...
piango....
VOLO DI GABBIANI.
Siamo un tutt'uno in un volo
di gabbiani felici.
Voliamo nell'alto del cielo e
ci perdiamo nell'azzurrità
della speranza.
Piccola yinny...anche tu speri...
So che non credi a questa
esistenza fatta di ipocrisia.
Noi voliamo in un cielo dove
non dovrebbero esistere
avversità.
Voliamo lontano verso la
felicità.
Se tu piccola yinny voli nella
azzurrità del tuo cielo, perchè
io non scopro un bagliore di
luce nel cammino della mia vita?
Ma sono a fianco a te, arranco
ma resisto e nel mentre ammiro

DA TANTO.....







Da tanto si conoscevano.
Poi senza motivo
Si smarrirono,
come succede
per l’ombrello.
Sembravano allegri
Ma la tristezza
Era in loro.
Si baciavano
Con noncuranza,
con moto automatico.
Si guardavano
E non sapevano
Che dire.
Alla fine lei
Non si trattenne più
E pianse.
E lui era lì.
Lui propose un caffè.
Si sedettero
In un piccolo caffè.
Rimescolavano
Con lentezza
Le loro tazzine.
La sera erano
Ancora lì.
Seduti soli,
senza parlare,
e non capivano.

martedì 16 agosto 2016

HO SMESSO...





















Ho smesso
L’abito bello.
Ho indossato
Quello sdrucito.
Sull’isola
Poche macerie
Incenerite.
Ho conservato
Una grande conchiglia
Per ascoltare
I canti del mare.
Una preziosa gemma
Mi è stata rubata.
Ma la vita
È piena di ponti
Da attraversare.

DENTRO ABBIAMO TUTTO








Dentro abbiamo tutto.
anche e soprattutto
quello che ad altri
manca.
Siamo al completo
e finisce che
un po' di qua
e un po' per colpa
di un là come si deve,
tirato con i denti,
uno si basta da solo
e si calza a pennello.
A pennello con due
bei baffi a beffa
stiracchiati.
Un palco
sulla scena
in messa.
Applausi.

IL CIELO OPACO







Il cielo opaco
Lentamente
Si tramuta
In silenziosa notte.
E finalmente
Posso
Cogliere la luna
Tra le spine
Di un rosaio.
Magia!

IL GIORNO










Il giorno
si è affacciato
tra gli ippocastani
con occhi di terrore.
Nello sguardo
non ci sono
che immagini.
Braccia come spade.
Eppure c'erano rondini
o erano illusioni?






venerdì 12 agosto 2016

GIOCHI D'OMBRE







Giochi d'ombre sulla via
nel misterioso scandire
deu giorni, il fuggire veloce
dei colori sul viale e il vento
rapisce le mie speranze.
La vita è dominata dalla
conformità.
L'immagine è lo specchio più
fedele di me.
Mi voglio concedere un po'
di ribellione.
Mi fermo e lentamente
scorro lo sguardo su spazi
vuoti e silenzi assordanti.
Rifletto sulle pause.
Quanti silenzi fra le parole,
sono ampi come
un profondo sospiro,
brevi come un singhiozzo
e carichi di significato.
Oltre i confini dei miei occhi
l'orizzonte tace.

sabato 6 agosto 2016

CULTURA






Stordito e stanco
dall'assordante scricchiolio
dei tanti dogmi
mi logoro con gl'ismi.
Mutevolezza.
M’afferra l'attimo di luce
si propaga il riverbero
e m’assorbe impertinente.
M’assillano domande esistenziali
ma nessun libro sai mi risponde.