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giovedì 17 dicembre 2015

AMAVA VAGARE






Amava vagare per sentieri misteriosi del bosco. La immaginazione lo aiutava e rivedeva contadini, pastori, guerrieri che li percorrevano per raggiungere mète diverse. Sorgenti emettevano piccoli lamenti. Il loro zampillare era bloccato da stalattiti ghiacciate durante la notte. Ma la vita del bosco si stava risvegliando; stirava le membra come una fanciulla soddisfatta dei suoi sogni. Un profumo di rami bruciati invadeva l’aria. Foglie secche scricchiolavano al suo passaggio. Respirava a pieni polmoni, il viso s’increspava a causa del freddo. Gli sarebbe piaciuto costruirsi un nido tutto per sé. Un pensiero lo fece meditare e si fermò. Chissà se nascemmo per fare due passi sterili e precari, spinti da una strana forza nel gioco cieco della vita che non avrà domani? Oppure tutto avrà alla fine un senso? Nella interiorità le ore, i giorni, gli anni si disgregavano e i nostri viali non sorridevano più. Sperava che le sue pupille fuggissero insieme al pianto che si scioglieva tanta era l’emozione e la profondità di quelle riflessioni! Decise di sospendere i sogni fino al termine dell’ultima folata di brezza. Tornarono le visioni di profondi abissi, le ansie e soffrì. Fu un effetto indescrivibile. Il sudore si gelava sulla pelle e perse i sensi. Fu un attimo. Si rialzò faticosamente. Percorse alcuni metri barcollando….Poi la vide. La valle si estendeva in tutta la sua dolcezza. Tutto era richiamo. Greggi di pecore stavano uscendo dagli stalli. Iniziava la transumanza. Dalla stalla lentissime e con saggia andatura le vacche si recavano al pascolo, dopo aver donato il loro contributo di latte. Liberate dal giogo andavano alla ricerca di erba nuova. I contadini preparavano gli attrezzi. Il cane uscì dal caldo della stalla. Cominciò il suo usato lavoroa guardia del gregge.
Questo era lo spettacolo che si stava recitando nella valle. Tutti, uomini, animali e natura presi da una calma, dolce frenesia.
Si fermò a riflettere. . Come aveva resistito a vivere laggiù in città? Meglio il profumo di sterco che giunge dalla stalla. Vita cittadina contaminata, obsolescenza della mente, spirito atrofizzato come se la melma non gli permettesse di respirare. Freschi anni trascorsi a difendersi dai mali interiori senza riuscire a evolvere. Forze negative che lo invadevano con tentazioni pagane. Consumismi estremi che plagiavano; false storie d’amore che stordivano, ipocrisie travestite da buoni propositi che fuorviavano. Falsi doni per altrettante contropartite. Prostituzioni dell’anima per emergere in una guerra tra poveri, false amicizie che si rivelavano dèmoni. Ed ora questo miscuglio velenoso lo aveva reso vecchio e stanco. Ma intravide la valle con la sua luce. Con calma ne annusò i profumi. Si incamminò per raggiungere il gregge che intanto lo osservava soddisfatto.

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